NiusLatter #36 Non ho parole

Non ho parole
Che si legano fra loro.
Ne pensieri che possano alleviare come viatico il dolore.
Mi servono fiocchi rossi e dorati, per addobbare pacchi abbandonati sotto alberi, nel bosco.
Non ho nelle mani niente.
Nemmeno una rosa, secca.
Aspetto nel mio cappotto bianco.
Aspetto
Aspetto che si fermi e mi faccia spazio.
L’Oggi

Silenzio

Chiudo gli occhi mentre il mantra mi trascina altrove.
I cani dormono, i gatti anche.
Capace di quiete e stabilità.
Capace di amore e passione.
Come li unisci?
Cosa?
I Puntini dispersi del tuo campo visivo.
Illuminati per brevi millesimi di secondi, poi più nulla.
Chi traccia le linee?
Quante quadrature?
quanti trigoni?
Qualcuno ha acceso una candela?
E l acqua scorre? Ma Dove?

Mi sento benedetta,
ferma in una pozza coi piedi in ammollo che creano fastidio al corpo.
Un’ acquasantiera nel deserto e un giapponese.
‘Non so stare’ fotografava Filippo, per comunicare il suo disagio, ed era un genio ai miei occhi.
Non so stare a volte.
Di fronte alle foto della vita.
Ai piedi duri dei cani.
All’amore senza fine.
Non so stare.
Come la sierpente struscio il corpo nella terra per cambiare la mia pelle.
Bianca.
E aspetto al sole.
Che mi animi.
‘Non so stare’ e allora canto in spagnolo parole che non conosco sotto la guida sapiente di una vecchia.
Canto per far vibrare le corde vocali.
Cerco le parole. Ascolto i fiumi.
L’Etna parla il Vesuvio ascolta.
La Madre.

Nel dubbio del non so stare ho una qualità.
Una
So ascoltare
Il fruscio del vento
Il freddo che arriva da nord.
Le rane che cantano
Le tue parole lontane.
Le bugie
Le verità

Lui piange
Io l’abbraccio.
Aveva bisogno di farlo.
Si sente ripulito.
Era tanto che non gli succedeva.
‘So stare’

Lotto come una tigre
Apro la bocca come un giaguaro.
Mi levo le bende dal viso
Non c’è lifting che tenga
La notte il giorno.
Metto un contorno occhi troppo spesso dimenticato
Un cappello che riscalda la ghiandola pineale e esco.
Esco da me per poi tornarvi.
Il kajal contorna i miei occhi.
Mi sento cittadina del mondo.
Non c’è più confine né border nè ruga da sistemare.
Servono le vene e la solidarietà.
Serve un sorriso e una presa in cura.
Di noi
Degli altri.
Suonano le campane
L’angelo con la tromba suona parole d’amore
Mi faccio circondare da foglie di alloro profumate.
Casco dentro al mondo e ne esco viva.
So stare
Il ‘non’ l universo non lo sa leggere

Sipario

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Con Veronica Pineider